THE SPIRIT OF THE VALLEY.
Lo spirito della valle non muore mai,
è la misteriosa femmina.
La grande porta della misteriosa femmina
viene chiamata la radice del paradiso e della terra.
Appena visibile, appare come se fosse lì,
eppure il suo utilizzo non la esaurirà mai.
Per la prima volta nel Regno Unito, l’artista e imprenditore Mao Jianhua espone l’inedita serie di dipinti su carta speciale Xuan intessuta a mano dal titolo “Mirage”.
La mostra invita a compiere un viaggio attraverso i paesaggi incantati di Mao Jianhua, con le loro visioni polimorfiche e ritmicità musicali, dove i valori filosofici e cosmologici che si legano al taoismo e alle antiche tradizioni cinesi si vedono inseriti in una esperienza di vita molto articolata. Quello dell’artista è un talento coltivato gradualmente: periodi d’isolamento nella natura e nel suo studio-atelier, arti marziali, scacchi, musica e pratiche derivate dal buddimo zen e specialmente dal taoismo fanno sì che arte e vita si vengano a intrecciare in maniera indissolubile. L’estrema difficoltà della calligrafia, unita a un approccio intellettuale e letterario alla pittura, conducono allo stile del tutto personale delle creazioni di Mao Jianhua: una serie di tonalità e di materialità infinite che risultano da un controllo supremo e, allo stesso tempo, da libertà e licenza poetica.
Lo spirito della valle, il titolo scelto per questo progetto, è una delle molteplici traduzioni del primo verso del capitolo VI del Tao Te Ching di Lao Tzu, la cui versione completa risulta come “Lo spirito della valle non muore mai”. Il riferimento è al “misterioso femminile”, un’espressione di meraviglia nei confronti della natura inesauribile del processo creativo che vede maschile e femminile, Yin e Yang, quali forze originarie che devono continuamente venire equilibrate e interpretate in armonia con le caratteristiche fisiche e spirituali della natura. Il paragone tra il processo creativo di unione naturale tra il maschile e il femminile non si limita a questo passaggio, ma definisce il processo che conduce dal Wu Chi al Tai Chi e infine a tutti i fenomeni e che è convertibile anche alla creatività artistica.
Nei dipinti di Mao Jianhua tutte le sagome, le figure, le entità vengono rappresentate in una totalità armonica che nega e rigetta le gerarchie spazio-temporali. L’elemento naturale è presentato senza alcuna pretestuosità e con una grande apertura nei confronti di entrambe le dimensioni (l’alto e il basso), nell’ottica di un ritorno a un atteggiamento di profondo rispetto per la natura e per l’ambiente.
Gli osservatori vengono invitati a sperimentare una sensazione di assenza di peso, o a camminare su sentieri che si accompagnano a corsi e distese d’acqua, scoprendo inaspettate sagome e configurazioni che risvegliano potentemente l’immaginazione. Pennellate che spaziano dal nero intenso a sfumature di grigio, a tratti inframmezzate da meravigliosi toni pastello e da cascate di colore – sempre più presenti in quest’ultima serie di opere – si dissolvono all’improvviso in evanescenti brani di candido bagliore. Fino all’ultima tela: una superficie totalmente bianca che corrisponde allo stato del Wu-Chi e che richiama la silenziosa, primaria gioia dell’origine.
Biografia.
Mao Jianhua nasce nel 1955 a Changshu, Jiangsu. È un imprenditore da tempo impegnato sul piano internazionale. I suoi dipinti sono spesso firmati con gli pseudonimi di “Jizushanren” (uomo di Jizu, la montagna dove Mao si reca regolarmente per la meditazione) o “Zhuoweng” (uomo che segue la propria natura primordiale, mettendo da parte sovrastrutture ed elementi artificiali, ritornando all’infanzia e alla natura).
Nel 2006 Mao inizia a dipingere per pura coincidenza.
Tra il 2007 e il 2009 si concentra su disegni che richiamano i quattro famosi pittori della dinastia Qing, ovvero Wang Shimin, Wang Jian, Wang Hui e Wang Yuanqi…
Art Gallery.