Un movimento continuo degli occhi, della testa, del proprio corpo, del proprio respiro. Ci si sente come senza peso, agili nel percorrere ripide vie in salita, impervi sentieri che solcano alte montagne rocciose, per poi ricadere giù, su rivoli e distese d’acqua, a osservare le sagome polimorfe di alberi fitti e di cespugli che paiono animarsi. Poi di nuovo su, sempre più su, improvvisamente sospinti a camminare sulle nuvole, fino a disperdersi in brani di bianco abbagliante e puro.
È quanto accade quando ci si trova di fronte alle pennellate d’inchiostro che spaziano dal nero più cupo alle più tenui sfumature di grigio – in alcuni casi interrotte da meravigliose tinte pastello – e che si estinguono poi nel bianco più assoluto. Ogni opera di Mao Jianhua sottintende una verità interiore e metafisica che è insieme immersa nell’esperienza di vita. Egli è infatti un maturo imprenditore, con una lunga esperienza a livello internazionale, che ha intrapreso la via dell’arte una decina di anni fa, intrecciando antica sapienza cinese, medicina, arti marziali, musica, conoscenze e pratiche di ascendenza buddhista zen e taoista. La sua arte si lega alla tradizione letteraria e alla pittura Shan Shui (montagna-acqua) che vanta più di millecinquecento anni di storia. Alberi e montagne, le umide montagne cinesi che trasudano melancolia, hanno da sempre rappresentato i riferimenti ideali per il lavoro del pennello. Lo spazio rappresentato può essere colto intuitivamente e lascia libertà di movimento all’osservatore, adattandosi ai movimenti naturali dell’occhio.
Come in una danza, i cui movimenti riviviamo per empatia, il pennello riflette lo stato psichico dell’artista. Le forze dello yin e dello yang si muovono in un dialettico dinamismo, prendono le sembianze dei tratti d’inchiostro, dei suoni, e danzano sulla superficie contrastandosi, amalgamandosi, trovando infine un equilibrio vitale che ci restituisce la gioia del “tempo zero” della creazione: il tempo della nascita e della morte, il tempo delle origini che invita a una contemplazione cosmica.